San Pietroburgo

San Pietroburgo

Per la rubrica “I viaggi di Giada” (inventata adesso di sana pianta, ovviamente), oggi vi parlerò di… rullo di tamburi… San Pietroburgo!
È stato (anzi, è, visto che sto prendendo appunti proprio nel bel mezzo del viaggio) il mio primo viaggio al di là dei confini dell’Unione Europea e ho pensato valesse la pena mettere su carta (uffa, su supporto digitale, ok…) le mie impressioni. Non sia mai che a qualcuno interessino! 😀
Scherzi a parte, per molti questa città sembrerà una meta qualsiasi, ma devo dire che a me uscire fuori dai “soliti confini” ha fatto un certo effetto. Peccato solo aver dimenticato tutto, ma proprio tutto quello che ho imparato durante gli studi di slavistica, perchè la prima cosa importante da dire è che… i russi che parlano inglese sono ancora meno degli italiani! Ebbene sì: a San Pietroburgo persino nei musei alzano gli occhi al cielo se provi a chiedere informazioni in inglese. Per il resto, siamo stati abbastanza fortunati perchè, quando l’inglese era intervallato da silenzi o parole in russo, a compensare c’erano gentilezza e disponibilità (parlo al 90% di camerieri, anche molto giovani). Quindi, ecco, qualche parola in russo potrebbe far comodo saperla.
Per quanto riguarda la città, cito testualmente l’Ammiratore Misterioso “Mai vista una città MENO a misura d’uomo di questa!”. Tutto è ENORME. Davvero. Passeggiando per i famosi prospekt ti senti una formichina sfigata a cui hanno concesso l’onore di calpestare il terreno russo. Tutte le indicazioni stradali, quelle sui bus, nei musei (anche se qui qualche traduzione, seppur breve, l’abbiamo trovata) sono rigorosamente, indovinate un po’? In russo. Con translitterazione in alfabeto latino, talvolta, nel caso delle indicazioni stradali. Un casino. Mi sono sentita “fregata” più di una volta, ad esempio comprando il biglietto per salire sull’Aurora o quello per il battello perchè tutte le informazioni in merito a prezzi e sconti sono in russo. Se non conosci la lingua devi affidarti alle cassiere e sperare non ne approfittino. Inoltre bisogna fare attenzione perchè, a volte, c’è differenza di prezzo in base alla propria provenienza: se sei cittadino russo pagherai un dato prezzo (ovviamente più basso), se sei cittadino di un qualsiasi altro paese del mondo, ne pagherai un altro. Mai visto da nessun’altra parte in vita mia, giuro!
Però… però è San Pietroburgo. È storia ad ogni angolo. In ogni palazzo è nato, morto o ha vissuto uno scrittore, un artista, un politico. Ogni ponte è pieno di fascino e romanticismo da notti bianche. L’atmosfera letteraria vien fuori persino dai tombini, davvero. O forse ho letto troppi romanzi russi… 😀
Dove siamo stati? Cosa abbiamo visto, sentito, mangiato? Provo a raccontarvelo giorno per giorno (e il più brevemente possibile!).

Primo giorno – Nevskij Prospekt, la fortezza di Pietro e Paolo, la stazione Finlandia

Il nostro albergo si trovava sul Nevskij Prospekt, uno dei viali più famosi di San Pietroburgo, tutto un susseguirsi di negozi e locali alla moda e/o storici. Da lì siamo partiti per una passeggiata che è durata poi fino al tardo pomeriggio, preceduta da una sosta per la colazione da Bushe. Nonostante la poca disponibilità della commessa (zero inglese e nemmeno mezzo sorriso), abbiamo mangiato un buonissimo croissant al cioccolato e un dolcetto di pasta sfoglia alla crema e lamponi (divino!), accompagnati da due cappuccini giganti (per scelta della simpatica commessa di cui sopra, che non ha nemmeno provato a chiederci se li volessimo piccoli o grandi). Nonostante il “fattore umano” sia stato pessimo, fare la colazione in questo panificio è un buon  modo per contenere i costi e godere di un’ampia scelta di prodotti da forno salati e dolci di buona qualità. Dopo la colazione ci siamo diretti verso la Fortezza di Pietro e Paolo, il nucleo da cui è nata e si è sviluppata la città. La fortezza accoglie oggi diversi musei (attenzione: nonostante il biglietto più conveniente sia quello che comprende tutti e 5 i musei principali… ecco, non sono comunque tutti. Alcune “attrazioni” dovrete pagarle a parte) e la bella cattedrale, la cui cupola è visibile praticamente da qualsiasi punto della città. Se non siete appassionati di storia e non avete con voi una guida (nel caso, vi consiglio quella della National Geographic, è davvero perfetta!) che vi racconti le curiosità legate ad esempio alle prigioni o alla casa del comandante, vi consiglierei di visitare soltanto gli interni della cattedrale.
Dopo la visita della fortezza abbiamo fatto una passeggiata per Bolshoj Prospekt, un altro super-viale costellato di negozi e locali (qui però meno “griffati” rispetto al Nevskij Prospekt), siamo passati davanti alla Moschea (bellissima!) e abbiamo fatto una breve sosta per pranzare. Abbiamo poi visitato l’incrociatore Aurora anche se penso che il prezzo non valga la visita, sinceramente: consiste nel passeggiare sul ponte della nave e in parte al suo interno, dove si trova una sorta di mostra che racconta la sua storia (per la maggior parte in russo). Abbiamo quindi proseguito verso la stazione Finlandia e la piazza di Lenin, con il monumento a lui dedicato. Tutto questo rigorosamente a piedi. Se volete vedere più cose e magari visitare diversi musei vi consiglio di muovervi in metro (che funziona benissimo e arriva praticamente ovunque) perchè le distanze a San Pietroburgo sono davvero enormi.

Secondo giorno – Peterhof (la Versailles russa)

Senza dubbio la mia visita preferita. Dopo una piacevole colazione al ristorante/bar Biblioteka (l’espresso, mi dicono, merita una lode) abbiamo preso un battello per Peterhof, dove si trova la residenza voluta da Caterina II, circondata da uno splendido (e, ovviamente, ENORME) parco. Noi abbiamo deciso di vedere solo la villa principale e di goderci la bella giornata nel verde della tenuta. La villa principale è proprio quella che vedete appena attraccati a Peterhof, un edificio imponente e fittamente decorato, “presidiato” da una grande fontana con statue in oro. All’interno è possibile visitare le stanze reali (anche qui: se non vi interessa e/o non conoscete la storia russa, evitate. In diverse stanze, per motivi di sicurezza, non ci si può fermare a leggere i pannelli con le descrizioni e, laddove potreste anche fermarvi, ci sono così tanti turisti che è comunque difficile trovarle e leggerle). Se il tempo è bello vi consiglio di dedicarvi piuttosto ad una lunghissima passeggiata nel verde parco che circonda la tenuta e che si estende per più di 3 km (!!!): ci sono fontane e giochi d’acqua, romantici viali alberati e altri piccoli palazzi che potrete decidere sul momento se visitare o meno. In generale vi assicuro che vi riempirete gli occhi di verde, tanto sarete circondati dalla natura.
Siamo quindi rientrati in battello (funzionano davvero bene per spostarsi, nonostante siano un po’ più cari dei mezzi di trasporto di terra) a San Pietroburgo e siamo andati a cena da Katjusha, un bel ristorante tipico, un po’ kitsch (nel senso buono del termine), che propone la cucina russa classica e alcune varianti moderne. Noi abbiamo preso la zuppa di cavolo (shchi), dal sapore acidulo, un beef stroganov e i vareniki, ravioli tipici ripieni di patate (onnipresente la panna acida). Tutto assolutamente buonissimo!

Terzo giorno – In giro per la città

Il terzo giorno è stato l’apoteosi del masochismo. Nonostante il tempo promettesse poggia e facesse freddino, abbiamo deciso comunque di seguire alcuni itinerari proposti dalla nostra guida. Di quanto abbiamo visto (e vi assicuro che abbiamo camminato per chilometri) mi sento innanzitutto di consigliare la visita della Cattedrale del Salvatore sul sangue versato: gli interni sono caratterizzati da immagini religiose (e, direte voi, dove sta la novità, essendo una chiesa?) interamente riprodotte con la tecnica del mosaico. Davvero splendidi! Abbiamo poi proseguito per i Campi di Marte (niente di che) e il Giardino d’Estate (che se non avessimo visitato i millemila chilometri del parco di Peterhof il giorno precedente sarebbe senz’altro sembrato più interessate). Essendomi però ripromessa di citare solo le cose più interessanti salterei la parte in cui abbiamo camminato per ore e pranzato tristemente al McDonald’s (impossibile utilizzare la connessione dati in Russia senza vendersi un rene, quindi in generale ci è un po’ mancata la possibilità di cercare sul momento informazioni su ristoranti e bar “consigliati” senza rischiare di incappare in fregature), dicevo, per dirvi che dovreste proprio vedere la Cattedrale di Sant’Isacco: è ENORME (lo so, sto abusando di questo aggettivo) e bellissima, impossibile non tenere il naso per aria qualche minuto per osservarne le colonne possenti e l’elegante cupola.
Forse meno interessante, ma per me pieno di significato è poi il cosiddetto “cavaliere di bronzo”, la statua che si trova nelle immediate vicinanze del lungofiume, alle spalle del giardino di Alessandro, che Caterina II fece costruire per Pietro il Grande. Il nome dato a questo monumento è lo stesso del poema di uno dei più grandi scrittori russi, Aleksandr Sergeevič Puškin, il che mi riporta agli anni dell’università, alle giornate passate sui libri di russo e a quelle dedicate alla lettura dei grandi classici della letteratura, alcuni mai finiti (diciamocelo, la letteratura russa non è proprio leggerina eh…), altri diventati i miei libri preferiti. Ecco, quindi, da dove nasce il mio sentimento per questo monumento in particolare 🙂
Per cena non ci siamo allontanati molto dall’hotel: siamo stati da Abrikosov, un ristorante tipico abbastanza elegante sul Nevskij Prospekt (il che significa: prezzi piuttosto alti) e abbiamo ordinato la solyanka, una zuppa tradizionale molto ricca e, in questo caso, a base di carne, e i pelmeni, piccoli ravioli ripieni di carne, accompagnati ovviamente da panna acida. Questi ultimi mancavano leggermente di sale, ma nel complesso abbiamo apprezzato tutte le portate, compresi i dolci (per lui una foresta nera e per me una torta porchissima di meringa e crema alle mandorle) e, udite udite, il caffè.

Quarto giorno – L’Ermitage

Il quarto e ultimo giorno “pieno” lo abbiamo dedicato alla visita del museo dell’Ermitage, anch’esso, ovviamente, ENORME. Nonostante non sia un’amante dei musei in generale, è stato molto piacevole camminare per i suoi corridoi e le stanze, alcune meravigliosamente e grandiosamente decorate: sembra di trovarsi in una favola, o magari nel bel cartone animato “Anastasia”, sentendosi come gli zar e le zarine che vissero nelle sontuose stanze del Palazzo d’Inverno. Ammetto che le opere esposte invece sono proprio passate in secondo piano: sono centinaia le collezioni qui conservate, ci vorrebbe un’eternità per dedicare a tutte almeno un minuto del proprio tempo e per me è davvero troppo. Molto meglio godersi l’atmosfera del museo stesso, senza lo stress e l’ansia del dover vedere quanti più reperti possibile.
Nel tardo pomeriggio ci siamo infine concessi un giro della città in battello con guida in inglese ed è stato davvero fantastico! Credo che, insieme alla metro, il battello sia il modo migliore per visitare la città: un lato positivo in più rispetto alla metro sta nel fatto, ovviamente, di non dover potenzialmente mai scendere dal mezzo per tutta la durata del viaggio e potersi quindi godere la vista di ogni palazzo, chiesa o parte del lungofiume comodamente seduti.
A cena ci ha accolto il ristorante Severyanin, elegante e particolare nell’arredamento e nell’atmosfera: sembra di fare un salto indietro nel tempo e ritrovarsi in una casa russa di una volta, con quadri e fotografie appesi ai muri, un piccolo pianoforte e pochi tavoli coperti da tovaglie bianche e… fogli. Non so dirvi da dove nasca quest’idea, se sia per intrattenere i bambini o meno, ma a coprire ogni tavolo ci sono almeno due fogli formato A5 e al centro una tazza, teiera o ciotola con alcune matite. Noi ne abbiamo approfittato per lasciare un brevissimo messaggio di ringraziamento al nostro cameriere, gentile e disponibile senza mai essere invadente. Vi consiglio di andarci perché il cibo è buonissimo e di qualità (la mia tartare di funghi gallinacci era spettacolare, per non parlare dei pelmeni), il personale davvero cordiale e soprattutto per il ristorante stesso, che merita una visita.

Insomma, tirando le somme si può dire che San Pietroburgo sia molto meno europea di quanto credessi e che i russi non siano certo il popolo più accogliente del mondo, ma visitare questa città mi ha davvero portata indietro nel tempo e fatta immergere in un’atmosfera pregna di storia e cultura, in cui ad ogni angolo sono visibili o facilmente immaginabili le gesta grandiose di antichi imperatori ed eroi letterari.
E potrei forse concludere in modo migliore questo lunghissimo articolo, se non citando uno dei miei libri russi preferiti, ambientato proprio a San Pietroburgo? 🙂

“Era una notte meravigliosa, una notte come forse ce ne possono essere soltanto quando siamo giovani, amabile lettore. Il cielo era così pieno di stelle, così luminoso che, gettandovi uno sguardo, senza volerlo si era costretti a domandare a se stessi: è mai possibile che sotto un cielo simile possa vivere ogni sorta di gente collerica e capricciosa? Anche questa è una domanda da giovani, amabile lettore, molto da giovani, ma voglia il Signore mandarvela il più sovente possibile nell’anima!” ~ Le notti bianche, Fedor Dostoevskij



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